È una iniziativa condotta da Mario Staderini dal 13 maggio 2017, con l’obiettivo di riconquistare a tutti i cittadini italiani il diritto a promuovere i referendum previsti dalla Costituzione, da anni impossibile a causa di procedure vessatorie e sabotaggi delle istituzioni.
Trasformatasi in una campagna durata quaranta settimane, deve il suo nome – “duran adam” che in lingua turca significa “uomo in piedi” – alla pratica dello stare fermo in piedi cui si ispira, adottata per primo da Erdem Gündüz, il quale nel 2013 è rimasto in piedi per otto ore di seguito fissando il Centro Culturale Ataturk in piazza Taksim, dove era vietato manifestare a seguito della repressione di Gezi Park.
Una forma solitaria e nonviolenta che Staderini ha fatto sua, fermandosi in piedi ogni sabato in piazza del Quirinale, guardando il palazzo del Presidente della Repubblica a cui si era rivolto per garantire il diritto costituzionale a promuovere i referendum.
Staderini oltre a stare in piedi teneva in una mano una penna e nell’altra un modulo referendario, per testimoniare che i cittadini erano pronti a raccogliere firme referendarie ma che mancavano persino gli autenticatori disponibili.
Questo sito racconta quella campagna che ha visto via via la partecipazione di un centinaio di persone che hanno praticato il duran adam davanti ai palazzi delle istituzioni, consegnando lettere e dossier.
Lo fa attraverso l’elenco delle dirette video di ogni sabato in cui si è tenuto il duran adam. Mediante un libretto che ne ripercorre le tappe, spiegando ragioni e obiettivi. Attraverso la raccolta delle foto con i protagonisti.
Lo fa, in appendice, dando conto della storica decisione del Comitato diritti umani dell’Onu nel caso Staderini-De Lucia vs Italy, che a novembre 2019 ha accertato la violazione proprio del diritto politico a promuovere i referendum previsti dalla Costituzione.
L’Italia deve ora a modificare leggi e condotte, così come veniva chiesto con i duran adam.
Se non avverrà, il duran adam è pronto a ripartire…